Voglio andare ad Alghero: 3 giorni nella città sarda

Sono arrivata ad Alghero da Bosa, avendo negli occhi e nel cuore la strada costiera, una delle più belle strade d'Italia, tra scogliere sul mare in tempesta e curve nella macchia mediterranea dell'entroterra. E l'antica città dei catalani di Sardegna non ha deluso le mie attese.

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Il centro storico è incastonato dietro le alte mura difensive, lungo le quali oggi c'è una bella passeggiata in larga parte pedonale. Da una parte i palazzi dai colori chiari e i battenti colorati, dall'altra il mare e il profilo di Capo Caccia a chiudere l'orizzonte. I cannoni e le armi che guardano il mare dai bastioni ricordano quanto sia stato duro il passato di Alghero, finita spesso sotto assedio, essendo il porto più importante della Sardegna nord-occidentale e la porta d'ingresso alla pianura alle sue spalle

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All'interno, lungo le strade più commerciali, numerosissimi negozietti e ristorantini per turisti: coralli e prodotti artigianali made in Sardinia battono ogni concorrenza. Le strette vie parallele, che resistono al vento e portano lo stesso il profumo del mare, si aprono spesso in piazzette improvvise, su cui si affacciano il Teatro Gavino Ballero, la spoglia facciata della chiesa di San Michele Arcangelo (ma la sua cupola di ceramiche brilla nello skyline cittadino) o quella classicheggiante del Duomo.
 
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Sono piazzette vivaci, con i tavolini dei bar all'aperto, gruppi di giovani seduti sulle scale delle chiese, musica che arriva da finestre aperte al sole, sanno di buono e mettono di buonumore. La mia preferita è piazza Civica, caratterizzata dall'elegante facciata di pietra e bifore di Palazzo De Ferrera, che le dà un sapore antico. Tra le facciate che la delimitano, anche quella di Palazzo Bolasco, a lungo proprietà della famiglia di Giuseppe Garibaldi; all'angolo dell'edificio, anche la boutique di Antonio Marras, il più famoso degli stilisti sardi. Questa piazza fa un po' da cerniera tra il centro storico, il porto e la città contemporanea. Non perdetevi il lungo viale Giuseppe Garibaldi, concepito come una rambla. Da un lato il porto, con le sue offerte di crociere turistiche (ma solo nella stagione calda, da giugno a settembre, in autunno e primavera non se ne parla), quindi il viale con un ampio spazio pedonale e poi gli edifici, spesso bassi e di architettura novecentesca, con tanti locali per la sera.

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Ma la mia parte preferita di Alghero è racchiusa nelle mura. Al loro interno, il Museo del Corallo e il Museo Archeologico, due dei tesori da visitare in città. Sono Musei piccoli, con orari da ricordare (sono aperti mezza giornata, alternando il mattino con il pomeriggio; quando è aperto l'uno è chiuso l'altro). Il Museo del Corallo, in un'elegante palazzina con giardinetto, ripercorre la storia della raccolta e commercializzazione dei coralli, regolata sin dall'epoca dei Giudicati, prima del dominio aragonese. Nelle vetrine, bellissimi esempi di coralli ramificati e della lavorazione che nei secoli lo ha caratterizzato; ci sono gioielli, scrigni e diversi oggetti che testimoniano come il corallo sia sempre stato presente nella cultura e nel gusto dei popoli mediterranei. Il Museo Archeologico, in un palazzo storico di via Carlo Alberto, rivela il lungo passato di quest'area: in Sardegna non c'è territorio che non abbia ricordi di 5-6.000 anni fa. Dall'età nuragica a Roma, il Museo ripercorre la storia di Alghero, con vasellami, sculture, elementi funerari provenienti dalla zona interna e da quella intorno a Capo Caccia. Sorprendente e affascinante la villa romana di Sant'Imbenia, di cui il Museo conserva il raffinato pavimento di mosaico, una meraviglia che fa pensare a cosa doveva essere quando era parte della vita quotidiana. La villa è nell'area di Capo Caccia, nel Parco di Porto Conte, a circa 15 km da Alghero, raggiungibile con escursioni turistiche o con il bus che porta a Imbuni; nella stessa area, sempre con il bus di linea, è raggiungibile tutto l'anno anche la spettacolare Grotta di Nettuno, uno dei luoghi turistici più visitati della Sardegna.

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Lasciato il centro storico, e muovendosi verso sud, sul mare continua una bella passeggiata su cui si affacciano, a sorpresa, numerose ville di stile liberty. L'influenza dei Piemontesi, così invisi in Sardegna, di tanto in tanto ha portato anche cose buone. Per qualche tempo, in città, la ricca borghesia locale fu affascinata dal liberty che fioriva a Torino e ne adattò le forme per le proprie residenze. L'associazione tra gli elementi fioriti e i colori mediterranei è affascinante, così come è invidiabile la vista sul Golfo, fino a Capo Caccia.
 
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Da qui e dalle mura di Alghero, i tramonti più belli della Sardegna. Quando ho visto l'ultimo, il giorno prima di partire, dai bastioni, mentre le ultime barche rientravano in porto, è stato proprio emozionante.


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