I valori rassicuranti di Ya çok seversen, la dizi del ritorno di Kerem Bürsin

È terminata nei giorni scorsi Ya çok seversen, dizi turca dell'estate, molto attesa perché segnava il ritorno sugli schermi di Kerem Bürsin, due anni dopo il grande successo internazionale di Sen Çal Kapımı (vista anche in Italia, su Canale 5, con il titolo Love is in the air). La nuova serie dell'attore ha deluso le attese dei turchi, gli ascolti non sono stati all'altezza delle aspettative e non è stato d'aiuto il cambio di giorno di trasmissione. Ma è stata per me, che non avevo mai visto i suoi lavori, una  dizi gentile e rassicurante.

Ya çok seversen

Siamo a Palma di Maiorca, qui il giovane e ricco Ateş Arcalı viene raggiunto dal suo antico maggiordomo Ilter: suo padre e la sua seconda moglie sono morti e a Istanbul lo attendono tre fratellastri bambini, un fratello e l'azienda familiare. Il testamento paterno, si scopre poi, nomina Ateş presidente dell'azienda, a patto che si occupi dei fratellastri e vada a vivere con loro, nella residenza di famiglia. Le resistenze di Ateş sono immaginabili: poco più che bambino, alla morte di sua madre è stato spedito in collegio e da allora i rapporti con il padre sono stati gelidi e radi.

Nel frattempo, una giovanotta di belle speranze, Leyla Kökdal, un'abile truffatrice, scappa dall'ennesimo uomo sposato per raggirarlo. L'incontro con Ateş nell'ascensore dell'hotel in cui si trovano entrambi è destinato a cambiare loro la vita. I due rimangono vistosamente incuriositi l'uno dall'altra, ma Leyla è impegnata a fuggire dalla famiglia furiosa dello sposo gabbato e Ateş intende risolvere le questioni burocratiche-familiari il più presto possibile, per tornarsene alle Baleari. Il destino cinico e baro, però, porta Leyla a casa degli Arcalı, dove il buon Ilter la confonde con l'attesa tata e lei si dice: ma perché no? Sarebbe il necessario cambio di vita, per lei, che non è ovviamente truffatrice nell'anima e che cerca solo di sbarcare il lunario per trovare la mamma che l'ha abbandonata. E succede che Ateş, convinto della necessità di rimanere in città per qualche tempo, accetti di vivere con i fratellastri e riconosca Leyla.

Ya çok seversen Ya çok seversen

Da qui la storia racconta come l'amore tra i due debba fare i conti con le reciproche diffidenze, come i bambini imparino piano piano a fidarsi del fratellastro, che a sua volta deve trovare un proprio ruolo e un equilibrio tra la sua voglia di andare via e il nascente affetto per i piccoli (che non sono tutti tanto piccoli, l'adolescente Ilgaz dà le sue belle soddisfazioni, tra ansie di ribellione, desideri di protezione e primi amori). Non mancano i cattivi che complottano contro Ateş, per privarlo della presidenza dell'azienda e dell'affidamento dei bambini; né mancano gli amici truffatori di Leyla, tutti dal cuore buono, anche quelli che sembrano più maligni, e in cerca di occasioni di riscatto. 

Una dizi di buoni sentimenti, con valori rassicuranti e familiari, che potrebbe essere tranquillamente una produzione Lux per RAI1. La si guarda volentieri, fa la giusta compagnia e il finale scontato non è però banale. Bravi Kerem Bürsin e la coprotagonista dal nome impossibile, Hafsanur Sancaktutan, che trova per Leyla il necessario equilibrio tra dolcezza, ribellione e determinazione, dandole credibilità. Ma, a dir la verità, bravo tutto il cast, persino la zia cattiva, vera anima nera della serie (una brillante Hatice Aslan, che chissà quanto si sarà divertita a interpretarla). 

Arriverà in Italia? Non so, ha la giusta lunghezza per i pomeriggi estivi di Canale 5, tradizionale collocazione delle dizi turche in Italia. Ma, nel caso, si trova sottotitolata su Internet.


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