I formaggi di Su Casiddu, un omaggio alla Sardegna

Michela Casiddu ha un piccolo laboratorio caseario ad Assemini, alle porte di Cagliari. Si chiama Su Casiddu e produce formaggi ripieni a forma di maschere barbaricine, nuraghe, stelle marine. Li ho scoperti su Instagram e me ne sono innamorata, per i loro colori, la loro varietà e il profondo amore per la Sardegna che esprimono. Poi ho chiesto a Michela di raccontarmi la sua storia ed eccola qui.

Su Casiddu Su Casiddu

- Come nasce la passione per i formaggi?
Ho imparato a fare la pasta filata da mio marito, che lavora nel settore, e per anni mi sono divertita a fare piccole provole da regalare per Natale. Poi ho iniziato a sperimentare e sono nati il ripieno e le forme, che rendono originali i miei prodotti.

- Perché le maschere dei mamuthones, tipiche figure del Carnevale di Mamoiada?
Perché sono una mia grande passione. Quando ho iniziato a studiare qualcosa di diverso delle solite provole rotonde, è stato naturale pensare a loro. Capire come realizzarle ha richiesto tanto tempo, perché lavoravo, seguivo la mia famiglia e questo era un semplice hobby. Oltre all'estetica, però, c'è anche il ripieno, che è il cuore dei miei prodotti, come dico sempre.

- In cosa consiste?
Il ripieno dipende un po' dal mio gusto. Lo faccio al mirto e alla bottarga, prodotti tipici nostri; poi alla crema e noci, allo speck, allo zafferano, che amo e che ho associato anche ai porcini. Gli standard qualitativi richiesti sono molto precisi e li seguo scrupolosamente: sul cibo non si scherza.

- È difficile realizzare formaggi-sculture?
Difficile no, mi è costato molto tempo trovare il metodo giusto, perché la pasta filata va immersa nell'acqua per fare la salatura e poi, una volta tirata fuori, va fatta scolare. Quindi non si può usare uno stampo canonico e dopo c'è un lavoro manuale di ripulitura delle parti in eccesso. Ti do qualche numero: io realizzo circa 150-200 pezzi alla settimana, le industrie ne fanno circa 1000 al giorno, perché usano i macchinari per dare la forma rotonda. Nel mio laboratorio ci sono solo io, con il mio fornellone, il pentolone, il mestolo in legno e le cellule frigo, è tutto artigianale.

Su Casiddu Su Casiddu

- Sono formaggi così belli da vedere che dispiace un po' aprirli
Ma noo! L'estetica è bella, ma il sapore è meglio! Penso siano un bel regalo da portare di ritorno dalle vacanze in Sardegna o a una cena a cui si è invitati. Siamo abituati a portare il dolce o il vino, perché non un formaggio sardo per l'aperitivo? Adesso i miei formaggi sono in vendita anche all'aeroporto di Cagliari e mi piace pensare che possano essere l'ultimo ricordo acquistato in Sardegna, prima di tornare a casa.

- Hanno anche bei colori, a volte sembrano iridescenti.
È la pellicola igienico-protettiva dei formaggi, usata per salvaguardarli dalle muffe; in genere si usa marrone o nera. Volevo qualcosa di diverso e, facendo ricerche, ho trovato altri colori. La distribuisco sulla superficie con i pennelli e così nascono le sfumature, che sono sempre diverse.

- I formaggi più venduti?
I gusti che al momento piacciono di più sono il mirto e la crema e noci. Le forme più richieste sono la maschera sarda con il fazzoletto o la Sardegna con il viso inciso.

- Un consiglio per il loro consumo? A cosa abbinarli?
Vanno bene anche con la birra non filtrata, ma consiglio sempre il canonau, ottimo vino per esaltarne i sapori e anche lui made in Sardinia. Ho anche creato un formaggio da fine pasto con ripieno di zenzero e miele: le seadas ci insegnano che i formaggi possono essere ottimi anche come dolci e il mio formaggio ne è prova ulteriore.
- Per quanto tempo si possono conservare e quanto costano?
Il formaggio in sé si conserva per 90 giorni; una volta aperto, è meglio consumarlo dopo 3-5 giorni. Le forme più piccole, per il consumo familiare, da portare come regalo o a una cena, costano 15 euro; quelle più grandi sono intorno ai 40-50 euro.

- Hai punti vendita in Sardegna, a Villasimius, Costarei e alla Maddalena. Pensi di ampliare la tua rete, magari in continente?
Mi piacerebbe! Ho punti di riferimento in Francia e in Liguria, ma pago il fatto di essere in un'isola: i formaggi devono viaggiare in celle refrigerate e questo è un costo che se fossi in continente non avrei. Ma sono ottimista: ho aperto il mio laboratorio nei giorni del lockdown, mi dicevano tutti che ero una pazza, ma avevo già la Partita IVA, il mutuo da pagare e tanta voglia di mettermi alla prova. Arrivare a Su Casiddu, mi è costato tanto impegno, mi sono preparata con cura e adesso è anche una bella soddisfazione. In sardo il mio cognome significa bollitore del latte, mi hanno preso in giro così tanto a scuola per il mio cognome e invece adesso eccolo qui, perfetto per la mia attività.

Per tutte le info sui prodotti di Su Casiddu: Facebook Instagram.



Commenti