Nel
2024, il Museo Egizio di Torino compie 200 anni e ha deciso di
festeggiarsi con una nuova immagine, che renda più contemporaneo il suo rapporto con la città. Il legame
tra Torino e il più antico Museo dedicato alla civiltà egizia è
strettissimo, sia chiaro. Non c'è torinese che non sappia che è il
Museo Egizio più importante del mondo dopo quello del Cairo o che
non sia andato a visitarlo almeno una volta con la scuola. Negli
ultimi anni, grazie alla direzione di Christian Greco, l'apertura del
Museo verso la città ha previsto la riorganizzazione dei suoi orari (adesso è aperto anche il lunedì mattina e periodicamente ci sono aperture serali) e diverse occasioni di sconto per i visitatori. Anche il
progetto architettonico, sempre in evoluzione, per rendere
accattivante la visita e avvicinare le inquietudini degli Egizi alla
sensibilità contemporanea, testimonia la volontà di essere sempre
più presente nella vita culturale e sociale di Torino.
Il progetto che cambierà la sua immagine per il Bicentenario è affidato allo studio nederlandese OMA, che ha vinto il concorso internazionale di idee bandito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nel 2022 e che si è poi a lungo confrontato con lo staff del Museo, l'Accademia delle Scienze, proprietaria del Collegio dei Nobili, in cui il Museo Egizio ha sede, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino. Al termine dei lavori, il Museo sarà dotato di un Giardino Egizio nel cortile coperto, diventato Piazza Egizia, una sala immersiva ipogea, all'interno degli spazi museali, del riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re.
Il progetto riorganizza le aree pubbliche del museo in sei distinti spazi urbani, il più grande è la Piazza Egizia, nel cortile del Collegio dei Nobili, immaginata come un'area pubblica condivisa tra il Museo Egizio e la città. Una "Spina" centrale collega i sei spazi urbani tra loro e anche le due entrate del museo su Via Accademia e Via Duse. Un motivo geometrico al piano terra, ispirato a reperti del museo come la maschera funeraria di Merit, creerà una continuità visiva tra gli spazi urbani. La Piazza Egizia offrirà al Museo e all'Accademia delle Scienze ben 975 metri quadrati in più. Un luogo in cui convivranno un Giardino Egizio, un bookshop nel porticato, che sarà nuovamente aperto verso la corte, una caffetteria, la biglietteria e l'info point del Museo e dell'Accademia delle Scienze.
Il progetto che cambierà la sua immagine per il Bicentenario è affidato allo studio nederlandese OMA, che ha vinto il concorso internazionale di idee bandito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nel 2022 e che si è poi a lungo confrontato con lo staff del Museo, l'Accademia delle Scienze, proprietaria del Collegio dei Nobili, in cui il Museo Egizio ha sede, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino. Al termine dei lavori, il Museo sarà dotato di un Giardino Egizio nel cortile coperto, diventato Piazza Egizia, una sala immersiva ipogea, all'interno degli spazi museali, del riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re.
Il progetto riorganizza le aree pubbliche del museo in sei distinti spazi urbani, il più grande è la Piazza Egizia, nel cortile del Collegio dei Nobili, immaginata come un'area pubblica condivisa tra il Museo Egizio e la città. Una "Spina" centrale collega i sei spazi urbani tra loro e anche le due entrate del museo su Via Accademia e Via Duse. Un motivo geometrico al piano terra, ispirato a reperti del museo come la maschera funeraria di Merit, creerà una continuità visiva tra gli spazi urbani. La Piazza Egizia offrirà al Museo e all'Accademia delle Scienze ben 975 metri quadrati in più. Un luogo in cui convivranno un Giardino Egizio, un bookshop nel porticato, che sarà nuovamente aperto verso la corte, una caffetteria, la biglietteria e l'info point del Museo e dell'Accademia delle Scienze.
Dal cortile coperto il visitatore potrà
accedere direttamente al Tempio di Ellesija, il più antico tempio
rupestre della Nubia, arrivato a Torino nel 1966, come dono delle autorità egiziane all'Italia in segno di ringraziamento per
l'aiuto nell'operazione di salvataggio delle antichità egizie
in vista della costruzione della diga di Assuan. Il Tempio era parte
del percorso museale dal 1970, ma nel nuovo progetto sarà visitabile
gratuitamente dalla Piazza Egizia, rispondendo così in modo più
coerente al senso della donazione. Dal
cortile coperto si accederà anche al piano ipogeo, dove, grazie a un
progetto all'avanguardia con l'Istituto Italiano di Tecnologia di
Genova, nascerà una nuova sala immersiva. Il visitatore verrà trasportato virtualmente in Egitto, all'interno del
paesaggio, una quarta dimensione in cui appassionati e studiosi
potranno ricontestualizzare la collezione del Museo e immergersi nelle atmosfere nilotiche. Sopra la Piazza Egizia
è stata installata una copertura trasparente, sostenuta da
prolungamenti delle colonne esistenti, per creare un ambiente
temperato. La griglia strutturale in acciaio rivestita in alluminio
della copertura, definita dal ritmo regolare della facciata del
Collegio dei Nobili, funge anche da dispositivo di raccolta delle
acque piovane, ventilazione dell'aria e illuminazione, rispondendo
alle ambizioni del museo in termini di sostenibilità.
"Celebrare i 200 anni del Museo, non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro. Il progetto architettonico di OMA nasce sulla scorta di nuova visione di Museo, più articolato e multiforme: ente di ricerca, luogo inclusivo, spazio in cui, come recita l’articolo 3.2 della Costituzione italiana, si lavora per abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo armonico della persona. L'idea di coprire la corte nasce quindi dalla volontà di creare una nuova agorà, che sia restituita alla collettività e, al contempo, rendere fruibile gratuitamente il Tempio di Ellesija donato dall’Egitto all’Italia. Dopo la trasformazione del 2015 il Museo si è aperto al mondo, ha cambiato costantemente la sua offerta espositiva, ha studiato nuove strade e ricette per raccontare non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell'antico Egitto. Per il bicentenario abbiamo deciso di riflettere sul ruolo dell'Egizio: è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa gli manca a 200 anni dalla fondazione? È a partire da questi interrogativi che vedrà la luce il nuovo Museo" commenta il direttore Christian Greco. L'uomo a cui, tutto sia detto, il Museo torinese deve il suo ingresso nella contemporaneità e le riflessioni su cosa sia oggi un Museo.
"Celebrare i 200 anni del Museo, non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro. Il progetto architettonico di OMA nasce sulla scorta di nuova visione di Museo, più articolato e multiforme: ente di ricerca, luogo inclusivo, spazio in cui, come recita l’articolo 3.2 della Costituzione italiana, si lavora per abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo armonico della persona. L'idea di coprire la corte nasce quindi dalla volontà di creare una nuova agorà, che sia restituita alla collettività e, al contempo, rendere fruibile gratuitamente il Tempio di Ellesija donato dall’Egitto all’Italia. Dopo la trasformazione del 2015 il Museo si è aperto al mondo, ha cambiato costantemente la sua offerta espositiva, ha studiato nuove strade e ricette per raccontare non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell'antico Egitto. Per il bicentenario abbiamo deciso di riflettere sul ruolo dell'Egizio: è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa gli manca a 200 anni dalla fondazione? È a partire da questi interrogativi che vedrà la luce il nuovo Museo" commenta il direttore Christian Greco. L'uomo a cui, tutto sia detto, il Museo torinese deve il suo ingresso nella contemporaneità e le riflessioni su cosa sia oggi un Museo.
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